Come poche altre sagre della castagna della regione possono vantare, quella di Segni, paese della Città Metropolitana di Roma, è la celebrazione di un prodotto tipico del Lazio: il marrone segnino.
Quattro sono i giorni per scoprire questo pregiato prodotto dei boschi nel suo luogo di origine: dal 25 al 28 novembre 2018. Come sagra della castagna arriva un po’ in ritardo rispetto alle manifestazioni analoghe, ma ciò è un bene perché consente di tirare per le lunghe lo spirito delle feste di piazza prima della pausa invernale.
Il marrone segnino
Il prodotto Marrone Segnino si caratterizza per una pezzatura da media a grossa (50-95), una forma ovale con apice appiattito; un episperma (pellicola) sottile, di colore giallognolo, poco aderente e facilmente asportabile; un seme di colore bianco tendente un poco al giallo, croccante; un sapore dolce. Le piante di vigoria media, presentano un’altezza variabile tra 10 e 20 metri con chiome che assumono un aspetto molto ampio con un portamento che si sviluppa secondo forme naturali; i fusti dei singoli individui seguono, per lo più, un andamento non rettilineo, prima di biforcarsi in branche principali a cui seguono altre di ordine inferiore. La quantità stimata di produzione si aggira su valori prossimi a 1.400 t/anno.
Le origini della tradizione
L’introduzione nel territorio di Segni del marrone, si fa risalire alla metà del sec XVI, quando in occasione del matrimonio di Mario Sforza e Fulvia Conti vennero introdotte piante di castagno prelevate dal territorio di Santa Fiora, posta sulle pendici dell’Amiata. Una leggenda, invece, attribuisce al pontefice segnino Vitaliano (657-672) l’introduzione del castagno nel territorio lepino. Pierre Toubert, nella sua opera dedicata al Lazio meridionale ed alla Sabina tra il IX ed il XII sec, dice testualmente che i castagneti più rimarchevoli per compattezza e bella disposizione sono quelli di Patrica, Segni, Norma e Morolo che si iscrivono come l’ultima tappa della conquista agraria. Gli statuti segnini, la cui stesura originale si può far risalire quanto meno al sec. XII, documentano la presenza di castagneti e tutte le varie operazioni collegate a questa pianta ed ai suoi frutti, con specifiche precauzioni di tutela da eventuali danni, sanzionandoli in maniera dettagliata.