Corpus Domini (“Corpo del Signore”) è il nome breve con cui comunemente cattolici e non designano una delle feste principali del calendario cristiano: la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. La festa fu istituita nel 1264 da Papa Urbano IV, in seguito al miracolo eucaristico di Bolsena.
Il miracolo di Bolsena
Nel XIII sec. circolavano le teorie eretiche di Berengario di Tours, secondo cui la presenza di Cristo nell’ostia consacrata non era reale, ma solo simbolica. Anche il prete boemo Pietro da Praga era attanagliato dal dubbio quando, di ritorno da un lungo pellegrinaggio verso Roma, fa sosta nella cittadina di Bolsena. Per ringraziare la comunità, che lo aveva accolto con calore, si offrì di officiare messa nella cattedrale di Santa Cristina. Durante la celebrazione avvenne il prodigio: l’ostia cominciò a sanguinare sul corporale. Spaventato dal miracolo, Pietro corse a Orvieto, dove allora si trovava il Papa, e gli riferì. Urbano IV, verificate le parole del prete boemo, dichiarò la soprannaturalità dell’evento e istituì la festa che, ancora oggi, celebra la reale presenza di Cristo nell’eucaristia (anno 1264).
Il dono dei fiori: alle origini dell’infiorata
L’arte di realizzare tappeti per mezzo di fiori o parti di essi trae origine nella Roma barocca, negli ambienti vicini a Gian Lorenzo Bernini. Secondo la tradizione i primi infioratori furono Benedetto Drei, responsabile della Floreria vaticana, e suo figlio Pietro, che utilizzarono “fiori frondati e minuzzati ad emulazione dell’opere del mosaico” in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo del 1625. Alla morte di Benedetto fu proprio lo scultore napoletano a succedergli e a divulgare l’arte delle decorazioni floreali fuori della città eterna, in particolare nella zona dei Castelli romani, territorio con il quale il Bernini aveva stretti legami. Se a Roma la tradizione delle infiorate non sopravvisse al Barocco, intorno ai laghi di Albano, Nemi e Ariccia quest’arte si sopravvisse per tutto il XVIII sec. Nel cuore dei Castelli romani, a Genzano, nasce il connubio tra le celebrazioni del Corpus Domini e le infiorate.
Le infiorate per il 3 giugno 2018 nel Lazio
Sia il Corpus Domini che le infiorate sono tradizioni legate a Roma e al Lazio, e così la sintesi tra le due, che avviene ai Castelli romani. Ben si spiega, quindi, come in questa regione l’infiorata del Corpus Domini sia una tradizione fortemente sentita e diffusa: non solo la Capitale e i centri maggiori (o storicamente legati alla celebrazione) gareggiano in sfarzo e ricchezza delle decorazioni floreali, ma quasi tutti i Comuni del Lazio, dalle località di mare fino ai minuscoli centri arroccati sull’Appennino, partecipano a questa ricorrenza stendendo nelle strade tappeti di petali e fondi di caffè. Non è un caso che nella regione esistano “corporazioni” di maestri infioratori di primordine a livello mondiale, come il gruppo Infioratori di Vignanello o i Maestri di Rocca Santo Stefano.
Solitamente i maestri realizzano le opere durante la mattina della domenica della processione, poiché questa avviene nel tardo pomeriggio: il destino di questi tappeti organici è quello della bellezza effimera. Dove la tradizione prevede che la processione con il corpo e il sangue del Signore avvenga di mattina, gli artisti lavorano di sera, fino anche a tarda notte: è il caso, ad esempio, di Bolsena e Vignanello. Per un quadro completo delle infiorate artistiche del Lazio il suggerimento è di leggere Il Dono dei Fiori. Creatività e Tradizione nelle Infiorate del Lazio, un saggio che raccoglie le esperienze delle centinaia di comunità che ogni anno rinnovano questa coloratissima tradizione.
L’elenco che segue è solo un suggerimento, non esaustivo, di come approfittare del prossimo 3 giugno per arricchire la classica gita fuori porta.
Bracciano – Anguillara – Manziana – Bolsena – Civita Castellana – Genzano di Roma – Vignanello – Rocca Santo Stefano – Pisoniano