Dopo il successo dell’edizione 2017 la Sagra della Pecora di Fabrica di Roma raddoppia: per l’estate 2018 i giorni di festa sono ben 6, sparsi su due week end.
L’appuntamento è in piazza Madre Teresa di Calcutta (loc. Vallette) dal 13 al 15 luglio e dal 20 al 22 luglio 2018.
Programma della manifestazione
PRIMO FINE SETTIMANA
Venerdì 13 luglio: Sabato Grasso (disco funky 70’s 80’s)
Sabato 14 luglio: Via Tagliamento (cover band di Renato Zero)
Domenica 15 luglio: 883 Tribute Band
SECONDO FINE SETTIMANA
Venerdì 20 luglio: Rigmarole
Sabato 21 luglio: Gianni Druidi
Domenica 22 luglio: Raggi Gamma
Il menù
L’offerta gastronomica della Sagra della Pecora di Fabrica di Roma è di quelle di valore, che offrono la possibilità di assaggiare sapori insoliti e ricette perdute. Nello stand gastronomico, nemmeno a dirlo, domina la pecora e le ricette dei pastori. Una vera chicca è la porchetta di pecora, compresa nel maxi antipasto del pastore. Proposte di valore, per gli amanti del genere, sono anche gli gnocchi al castrato, la pecora alla callara, la pecora alla brace e le salsicce di pecora. Per tutti gli altri ci sono dei tranquillissimi gnocchi all’amatriciana e gli immancabili arrosticini che, alla festa di Fabrica di Roma, raggiungono vette altissime con le versioni al tartufo e fegato e cipolla. Lo stand gastronomico è attrezzato anche con un menù senza glutine per celiaci. Il tutto a prezzi popolari.
Maggiori informazioni
Per maggiori informazioni puoi seguire la pagina Facebook della manifestazione.
Se cerchi solo gli arrosticini, in contemporanea c’è la Sagra dell’arrosticino a Manziana.
Altre manifestazioni
Negli stessi giorni della Sagra della carne locale sono in programma: Sagra della carne locale a Bracciano, Italia Surf Expo a Santa Severa, Marta Rock a Marta, Festa dei Sapori a Vejano.
Aggiornamento
Si sono conclusi i due week end di festa della pecora: quest’anno la sagra ha registrato un forte incremento di pubblico e coperti serviti, un risultato che sancisce il buon buon lavoro del Comitato San Matteo.
Questi i numeri:
5.800 coperti
1.400 antipasti
1.500 gnocchi al castrato
600 gnocchi all’amatriciana
700 porzioni di pecora alla callara
1.050 porzioni di pecora alla brace
1.100 salsicce di maiale
1.000 salsicce di pecora
300 porzioni di porchetta
750 porzioni di cicoria
2.000 porzioni di patatite fritte
700 vaschette di cocomero
350 porzioni di torta ricotta e pere
250 brownies alla nocciola
21.000 arrosticini
Dalla lettura di questi dati scaturiscono spontanee alcune considerazioni: innanzi tutto il pubblico delle sagre è in cerca della tradizione. Questo tipo di manifestazioni nascono, a volte, per promuovere o recuperare piatti e materie prime in disuso, ma più spesso sono espedienti per raccogliere fondi sviluppate intorno a proposte gastronomiche di facile presa (gnocchi, carne di maiale, pizza). Il netto stacco tra le ordinazioni di gnocchi al castrato rispetto alla variante all’amatriciana, nonché il successo della pecora alla callara e delle salsicce di ovino indicano che il pubblico da sagra apprezza la possibilità di assaggiare sapori che non incontra più nella vita quotidiana. Unica nota dolente è lo strepitoso successo degli arrosticini, piatto certamente gustoso ma fuori contesto, che si sta malauguratamente diffondendo in tutte le sagre del Lazio, e che finirà per snaturare e standardizzare l’offerta gastronomica di questo tipo di manifestazioni. Se i comitati e le associazioni imparano che con gli spiedini di pecora vanno a colpo sicuro, rischiamo che una tradizione forestiera finisca per obliterare tutte quelle nostrane.